Antonello Gerbi (Firenze 15 maggio 1904 – Civenna (Como) 26 luglio 1976), cugino: capo dell’Ufficio Studi della Banca Commerciale Italiana dal 1932, nel 1938 perse il posto di lavoro a causa delle leggi razziali. Dopo aver trascorso con la famiglia dieci anni a Lima, in Perù, nel 1948 tornò in Italia riprendendo il proprio posto alla Comit fino al 1970.
Claudio Gerbi (Firenze 1907- New York 1990), cugino: medico internista, si trasferì negli Stati Uniti nel 1938 e vi rimase, acquisendo la cittadinanza americana. Dal 1942 fu a New York, dove insegnò come internista alla Columbia University fino al 1979 e tenne uno studio privato. Non rientrò in Italia.
Giuliano Gerbi (Firenze 26 dicembre 1905 – Genova 25 gennaio 1976), cugino: dopo la laurea alla Bocconi di Milano, divenne giornalista sportivo. Perduto il lavoro per i provvedimenti razziali, trovò rifugio prima a Parigi, poi in Colombia e infine negli Stati Uniti. Qui divenne una delle voci più famose della sezione italiana della Voice of America. Rientrò a Milano negli anni Sessanta, entrando nel mondo della finanza ma continuando a fare anche il giornalista.
Alessandro Levi (Venezia 19 novembre 1881 – Berna 6 settembre 1953), zio: professore di filosofia del diritto in diverse università italiane, nel 1925 firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce. Perse la cattedra a causa delle leggi razziali e nell’autunno 1943 trovò rifugio in Svizzera. Tornò in Italia, a Firenze, dopo la fine della guerra e nel 1948 riprese lì l’insegnamento universitario.
Uberto Limentani (Milano 15 dicembre 1913 – Siusi 17 agosto 1989), cugino: laureato in Giurisprudenza e in Lettere all’Università di Milano, in seguito alle leggi razziali emigrò in Gran Bretagna. Sopravvissuto al naufragio dell’Arandora Star, collaborò per tutto il periodo bellico a Radio Londra. Nel dopoguerra e fino al pensionamento insegnò Letteratura italiana all’Università di Cambridge.
Sarina Nathan Levi (Livorno 16 luglio 1884 – Firenze 22 dicembre 1967), zia: apparteneva ad una famiglia molto in vista nel panorama politico italiano; la nonna, che portava lo stesso nome, fu molto vicina a Mazzini e lo zio, Ernesto, fu un importante sindaco di Roma dal 1907 al 1913. Sposò Alessandro Levi nel 1911 e visse con lui fino alla sua morte nel 1953, seguendolo anche in Svizzera e sfuggendo così alla persecuzione antiebraica. Rientrò in Italia.
Claudio Treves (Torino 24 marzo 1869 – Parigi 11 giugno 1933), padre: tra i leader del Partito Socialista e direttore del quotidiano Avanti!, fu nemico personale di Mussolini, che sfidò a duello nel 1915. Nel clima di intimidazioni successivo all’attentato Zamboni (ottobre-novembre 1926), dovette riparare prima in Svizzera e poi a Parigi. Qui prese parte alle attività della Concentrazione antifascista e qui morì improvvisamente. Non rientrò mai in Italia.
Paolo Treves (Milano 27 luglio 1908 – Fregene (Roma) 4 agosto 1958), fratello: laureato in giurisprudenza e in scienze politiche, ogni carriera gli era preclusa per il suo dichiarato antifascismo. Nel 1938 trovò rifugio in Inghilterra con la madre e il fratello e durante la guerra fu tra i collaboratori più assidui di Radio Londra. Rientrò in Italia nel 1945 per dedicarsi alla politica. Fu eletto all’Assemblea costituente e poi deputato dal 1948 al 1958. Dal 1950 insegnò Storia delle dottrine politiche all’Università di Firenze.
Olga Treves Levi (Venezia 2 dicembre 1877 - Londra 20 settembre 1945), madre: donna colta e determinata appartenente all’alta borghesia veneziana, sposò Claudio Treves nel 1907. Rimasta vedova nel 1933, lasciò l’Italia nel 1938 con i figli, trovando rifugio in Inghilterra. Negli anni della seconda guerra mondiale aderì ad alcune associazioni antifasciste attive a Londra. Non rientrò in Italia.
Enti di soccorso
The Society for the Protection of Science and Learning
Referenze
Referenze dichiarate alla Society for the Protection of Science and Learning (dicembre 1937):
G. Murray, Oxford University
F.E. Adcock, King’s College, Cambridge
F.M. Cornford, Trinity College, Cambridge
M. Cary, University College, Londra
W. Jaeger, The University of Chicago
M. Rostovtzeff, Yale University
Referenze effettivamente ricevute:
M. Rostovtzeff, Yale University
M. Cary, University College, Londra
W. Jaeger, The University of Chicago
Relazioni d'aiuto
Alessandro Casati (Milano 5 marzo 1881 – Arcore (Monza) 4 giugno 1955), negli anni Trenta assunse Treves come precettore privato del figlio Alfonso. In questo modo permise a Piero di continuare i suoi studi anche senza entrare nell’università, che gli era preclusa visto il suo dichiarato antifascismo.
Frank Ezra Adcock (Desford 15 aprile 1886 – Cambridge 22 febbraio 1968) professore a Cambridge, con il collega Francis Macdonald Cornford aiutò Treves ad avere la borsa di studio che nel 1938 gli permise di trasferirsi a Cambridge come PhD student.
Francis Macdonald Cornford (Eastbourne 27 febbraio 1874 – Cambridge 3 gennaio 1943), professore a Cambridge, nel 1939 lo raccomandò con successo alla Society for the Protection of Science and Learning per un ulteriore finanziamento per la sua collaborazione al Corpus Platonicum Medii Aevi.
William Gillies (1885 – 1958), segretario dell’International Department del Partito laburista britannico, fece pressione sui funzionari del governo inglese affinché fossero liberati alcuni antifascisti, fra cui i fratelli Treves, rinchiusi nei campi di prigionia insieme agli altri italiani residenti nel Regno Unito, l’indomani dell’entrata in guerra dell’Italia fascista.
Decio Pettoello (Torino 24 luglio 1886 – Cambridge aprile 1984), esule in Inghilterra fin dal 1922 e professore all’Università di Cambridge, nella sua casa Treves entrò in contatto con altri importati fuorusciti che lì si riunivano. Fu tra i rinnovatori del Free Italy Movement, cui aderirono anche i fratelli Treves.
Raffaele Mattioli (Vasto (Chieti) 20 marzo 1895 – Roma 27 luglio 1973), banchiere e mecenate, appoggiò il difficile ingresso di Treves nel mondo universitario del secondo dopoguerra.