Nina Ferrero Raditsa (Torino 23 marzo 1910 - Strada in Chianti, Firenze, 4 settembre 1987), moglie: nel 1935 si sposò con il diplomatico Bogdan Raditsa, con cui ebbe due figli: Bosiljka nata nel 1939, artista a New York, e Leo Raditsa nato in Svizzera (2 marzo 1936 - 22 febbraio 2011); emigrò negli Stati Uniti con la famiglia nel 1940, insegnò lingue alla Fairleigh Dickinson University fino al 1977 e fu segretaria della International League for Human Rights. Salvo i periodi spesso trascorsi nella villa di famiglia a Strada in Chianti, non rientrò in Italia.
Leo Raditsa (Svizzera 2 marzo 1936 - 22 febbraio 2001), figlio: a 4 anni emigrò negli Stati Uniti con la famiglia nel 1940. Editor e scrittore, studioso di storia antica, insegnò alla New York University e al St. John's College ad Annapolis, Maryland; sposato con Larissa Bonfante, archeologa e docente della NYU con cui ebbe il figlio Sebastian. Salvo i periodi spesso trascorsi nella villa di famiglia a Strada in Chianti, non rientrò in Italia.
Bosiljka Raditsa ( 1939- ) figlia: con i genitori e il fratello arrivò negli Stati, dove è rimasta facendo l'artista a New York. Non è rientrata stabilmente in Italia
Guglielmo Ferrero (Portici 1871 - Mont-Pèlerin 1942), suocero: sorvegliato politico già in epoca crispina, storico apprezzato all’estero, in Europa e negli Stati Uniti, perseguitato dal fascismo, nel 1930 accettò un invito a Ginevra dove divenne professore di storia contemporanea. Non rientrò in Italia.
Gina Lombroso Ferrero (Pavia 1872 - Ginevra 1944), suocera: laureata in medicina, autrice di vari libri connessi all’opera del padre Cesare Lombroso, con il marito Guglielmo Ferrero era abituata a viaggiare e nel 1930 lo seguì a Ginevra, dove la loro casa divenne centro di ritrovo degli esuli antifascisti. Non rientrò in Italia.
Leo Ferrero (Torino 1903 - Santa Fe, USA, 1933), cognato: laureato a Firenze nel 1926 in storia dell'arte, letterato, nel 1928 partì per Londra, poi per Parigi in esilio volontario, e nel 1932 andò negli Stati Uniti con una Rockefeller Foundation fellowship. Non rientrò e morì precocemente in un incidente automobilistico.
Paola Lombroso Carrara (Pavia 14 marzo 1871 - Torino 23 gennaio 1954), zia materna della moglie Nina: la primogenita di Cesare Lombroso e la più impegnata politicamente, giornalista, scrittrice e psicologa, sposata nel 1899 con Mario Carrara che perse la cattedra nel 1931 per aver rifiutato il giuramento, madre di Enrico, rimasta vedova nel 1937, dopo le leggi razziali si trasferì a Ginevra come la sorella. Dopo la morte di Gina rientrò in Italia.
Ugo Lombroso (Torino 15 ottobre 1877 - Genova 10 aprile 1952), zio materno della moglie Nina: professore di fisiologia espulso dall’Università di Genova, per un periodo si trasferì a Parigi come "maître de recherche" presso l'École de médecine. Tornò in Italia con la moglie, vivendo nascosti. Fu riassunto all'ateneo di Genova dove tornò nel 1946, ma come soprannumerario.
Silvia Forti Lombroso (Verona 2 gennaio 1889 - Roma luglio 1979), zia materna della moglie Nina: seguì il marito Ugo Lombroso negli spostamenti in Italia, e nel 1938 a Parigi. Rientrati in Italia, dopo il ’43 si nascosero in Toscana sotto falsa identità, e dopo un periodo a Roma tornarono a Genova. Scrittrice, rimasta vedova nel ’52, l’anno dopo andò a Cambridge (MA) dove vivevano i suoi due figli, Nora e Cesare con le rispettive famiglie, e dal ’56 si stabilì acquistando una casa là e trascorrendo alcuni mesi l'anno a Roma.
Cesare Lombroso (Roma 1917 - Cambridge, MA, 2013), cugino della moglie Nina: lasciò l'Italia nel 1939 per gli USA; nel 1943 a New York sposò Irena "Rysia" Kister. Ebbero tre figli: Claudia G.S. Lombroso (New York 1946), Anna (Genova 1948), Paul (USA 1950). Dopo la guerra, la coppia venne a vivere in Italia con la primogenita, e Cesare riprese gli studi e si specializzò a Genova . Nel 1950 ripartirono per gli USA e Cesare divenne uno stimato neuropsichiatra infantile al Childrens' Hospital Medical Center di Boston. Per mantenere la libera docenza, venne a insegnare a Genova alcuni mesi l'anno, ma rimase negli Stati Uniti e acquisì la cittadinanza americana. Non rientrò stabilmente in Italia.
Irena "Rysia" Kister (Vilnius, allora Polonia poi Lituania, 1 aprile 1923 - Cambridge, MA, settembre 2012), cugina, moglie di Cesare: polacca di origine ebraica, emigrata con i genitori, una sorella minore e una zia da Varsavia nel 1941 a New York, dove conobbe Cesare. Tornò in Italia con il marito nel dopoguerra, per tornare poi a New York. Impegnata politicamente e nella diffusione della cultura polacca negli Stati Uniti, ottima cuoca, pubblicò un pluriedito Old Warsaw Cookbook (1958). All’inizio degli anni Sessanta riprese a studiare, con il suo PhD fece la psicologa fino a 75 anni. Non rientrarono in Europa né lei né la sua famiglia di origine. Rimasero tutti negli Stati Uniti, e altrettanto fecero i suoi tre figli.
Nora Lombroso Rossi (Quarto dei Mille, dal 1926 aggregato a Genova, 7 agosto 1914 - New York 2009), cugina della moglie Nina: laureata in legge, di idee antifasciste come tutta la sua famiglia, emigrò con il marito Bruno in Danimarca, poi in Inghilterra e negli USA dove svolse vari lavori, da insegnante di italiano alla Cornell University, a cuoca, a importatrice d’arte e collaboratrice nello staff di Los Alamos. Ebbero tre figli: Florence (Ithaca 7 dicembre 1943-), poi insegnante in vari livelli di scuole a Sunnyvale, California; Frank (Los Alamos 10 novembre 1944-), fotografo medico e tecnico di laboratorio a Boston, e Linda (Cambridge, MA, 19 marzo 1953), consulente di marketing e educatrice finanziaria a New York. Non rientrò in Italia, dove pure venne per vari periodi, e tutti i figli sono rimasti negli USA.
Bruno Benedetto Rossi (Venezia 13 aprile 1905 - Cambridge 21 novembre 1993), cugino, marito di Nora Lombroso: uno dei massimi esperti di raggi cosmici, espulso dalla cattedra di fisica a Padova per le leggi razziali, con la moglie emigrò prima a Copenhagen, poi a Manchester, e a giugno 1939 negli Stati Uniti, dove sarebbero nati i loro figli. Nel 1974, a 70 anni quando era in pensione dal MIT, fu riassunto in servizio all’Università di Palermo , e trascorse alcuni periodi l'anno in Italia, ma mantenne la sua residenza e cittadinanza negli Stati Uniti. Non rientrò stabilmente in Italia .