Erich Goldberg (Berlino, Germania 3 ottobre 1892 - Singapore 14 febbraio 1942), marito: anch'egli medico, emigrarono insieme in Italia e poi a Singapore, dove rimase ucciso in un bombardamento. Non rientrato in Italia.
Ernst Albrecht Curth (Trebintz, Germania, 28 maggio 1910- Pittsburgh 19 settembre 1995), fratello: si rifugiò in Francia, apolide, nel 1948 emigrò negli Stati Uniti, dove fu naturalizzato e rimase fino alla morte. Non rientrato in Europa.
Ilse Simon (Germania 1915 - ?), cugina: scappata dalla Germania a Londra, emigrata da Londra a Sydney il 14 aprile 1939 a 24 anni, sola con la propria madre.
Martha Simon (Germania, 1880 -?), zia: scappata dalla Germania a Londra, emigrata da Londra a Sydney il 14 aprile 1939 a 59 anni insieme con la figlia Ilse.
Enti di soccorso
Provincial Immigration Committee (con varie denominazioni), Church of England, Western Australia
Referenze
Referenze dichiarate per chiedere lo stato di “refugee alien” nel 1946 in Australia:
Ilse Simon, 5 Ithaca Rd., Elizabeth Bay, Sydney, N. S. W., cugina: emigrata a Sydney il 14 aprile 1939 a 24 anni, indicata nel modulo per la richiesta dello stato di “refugee alien”.
K.H. Freeman, 43 Newcastle Street, Rose Bay, Sydney, N.S.W., conosciuto in Germania, tra i contatti che aveva in Australia.
Coniugi Paterenn, 9 Ventnor Ave, Perth, australiani, conosciuti in Malesia britannica dal ’40, tra i contatti che aveva in Australia.
Relazioni d'aiuto
Arcivescovo della chiesa anglicana a Perth: raccomandò suo marito Erich e lei al Department of Interior, Canberra, perché concedesse loro il visto per l’Australia nel marzo-aprile 1939.
Alfred Arthur Robertson (1888-1977), segretario del Provincial Immigration Committee della Chiesa anglicana in Western Australia, con sede a Perth: raccomandò i coniugi Goldberg a John Curtin, leader dell’opposizione nel Parlamento del Commonwealth a Canberra, per far loro avere il visto australiano nell’aprile 1939.
John Curtin (1885-1945) leader dell’Australian Labour party dal 1935 e membro del Parlamento: nel 1939 raccomandò la richiesta dei coniugi Goldberg per un visto di ingresso in Australia. Dall’ottobre 1941 alla sua morte nel ’45 fu primo ministro, e fronteggiò il rischio dell’invasione dell’Australia.
L. W. Parry, arcidiacono della chiesa anglicana nella stessa diocesi di Perth: raccomandò suo marito Erich e lei per un secondo visto nell’ottobre 1941.
E.D. Shearn, avvocato a Kuala Lumpur, Malesia, in uno studio legale (tuttora attivo) avviato nel 1905: cercò di difendere i coniugi Goldberg dall’espulsione inflitta loro dal governo malese nel luglio 1941.
Eva e N. Gunzberg (o Gunsberg), Koorda Street, Perth: la ospitarono al suo arrivo in Australia nel novembre 1945 per un periodo di nove settimane.
Kim Edward Beazley (1917-2007), membro dell’Australian Labour party e successore di Curtin nel Parlamento dal 1945 al 1977: nel dopoguerra cercò di aiutarla a rimanere in Australia, intercedendo presso il ministro dell’Immigrazione Arthur A. Calwell.
R. B. Peagam, Acting Diocesan Secretary, Church of England, Cathedral Avenue, Perth: cercò di aiutarla a rimanere in Australia nel 1946.
Margaret Holmes, segretaria dell’Australian Student Christian Movement: nel 1949 la raccomandò al Segretario del Dipartimento dell’Immigrazione australiano per farla riammettere in Australia.
Furono disponibili a rilasciare dichiarazioni in suo favore:
Elsa Cross, The Manse, Muthill, Scozia, moglie di Alexander Cross, ex internata nei campi di prigionia giapponesi come addetta alle razioni: nel 1946 le diede la sua disponibilità per una dichiarazione ufficiale.
J.W. Galt, segretaria presso The Assembly’s Foreign Missions Committee and Women’s Missionary Association della Presbyterian Church of England, Church house, I 34, George street, Edgware Road, London.
Mary Glasgow, insegnante e poi preside della Bukit Bintang Girls’ School, Kuala Lumpur, Malayan Union, internata a Sumatra: rilasciò una dichiarazione nel 1946.
Georgette Gilmour, Rex Hotel, Perth, di origini francesi, sposata con l'australiano G.J. Gilmour. Come Annemarie Curth nel 1942 lasciò Singapore sulla Vyner Brooke, fu imprigionata dai giapponesi e, da infermiera, lavorò a suo fianco durante l’internamento nei campi.
Suor Rhynilda, Charitas, Palembang, madre superiora durante l’internamento giapponese: rilasciò due dichiarazioni nel 1946.
Madre M.M. Alacoque, Charitas Nuns, era stata con lei durante l’internamento giapponese: nel 1946 rilasciò una dichiarazione che la scagionava dall’accusa di essere coinvolta nella morte di un medico.
Jeffrey Walter Watts-Carter, 21, Willby Avenue, Glen Iris, Melbourne: nel 1946 scrisse una lettera in sua difesa al Ministro dell’Immigrazione A.A. Calwell, sulla base del diario lasciato da sua moglie Millicent Daisy Watts-Carter, infermiera australiana del British Queen Alexandra’s Nursing Service, morta in campo di prigionia giapponese in Indonesia nell’agosto del ’45.
Mobilità
1904Trebnitz (Germania)
Nascita e formazione
Collegio comunale a Hirschberg in Slesia, Università Ruprecht Karl di Heildelberg
Studente
1934Italia
Emigrazione in Italia
Laurea in Medicina, Università di Pisa; esame di stato per l'abilitazione, Università di Perugia
Studente
Medico/Dentista
1934Firenze
Trasferimento a Firenze
Disoccupata
Medico/Dentista
1939
Emigrazione a Singapore
Libera professione
Medico/Dentista
1942Isola di Sumatra
Prigionia giapponese
Campo di concentramento
1945Australia
Trasferimento in Australia
Liberazione e trasferimento per cure
1948Singapore
Ritorno a Singapore
St. John Singapore
Libera professione
Medico/Dentista
1956Firenze
Ritorno a Firenze
Non reiscrivibile all'albo dell'Ordine dei medici di Firenze in quanto cittadina britannica.
Disoccupata
1963Svizzera
Trasferimento in Svizzera
Aggiornamento professionale
1963Firenze
Ritorno a Firenze
Reiscritta all'Albo dell'Ordine dei medici dal 1968.